CANTÀ DAVIDE 2018
Recita integrale a Monte Labro
Angelo Pii, "Storia di Davide Lazzaretti Profeta" (1907)
http://iacoponedatodi.blogspot.it - FB Cantà Davide, Teatro alle Scale
17 Agosto, ore 18
CANTO NONO
840 - Sul Monte. Cena di Vigilia e Sogno del Poeta (14 Agosto)
847 - 1° dì di Festa al Monte. Tutti in costume (15 Agosto)
873 - In costume anche Davide
880 - Prova Generale con Banda Musicale
887 - La Banda si licenzia ingiustamente
892 - 2° dì di Festa al Monte (16 Agosto)
902 - Davide distribuisce gli Scudi
ATTO SECONDO
919 - 3° dì di Festa. Davide inizia l'Era del Diritto (17 Agosto)
932 - Davide in veglia. L'addio alla Moglie
937 - Tutti giurano contro la Vendetta (18 Agosto, alba)
839 - CANTO NONO - Argomento
Nel gran Tempo dei tempi, era matura:
Cristo doveva far' la sua prevalsa.
Radunò i suoi Seguaci entro le mura
della Celeste Siòn[ne],_ sulla sbalsa.
Gli fe' indossar' le vesti_ e l'ornatura.
Ed ogni altro trofeo, d'insegne, innalsa.
Ordina a' Suoi. Annunzia il suo Giudizio.
Compisce il dramma. Addita il sacrifizio.
840 - Sul Monte. Cena di Vigilia e Sogno del Poeta (14 Agosto)
Chi mi darà virtù, sapienza e bene?...
per cantar' la tracèdia luttüosa,
che il Ventesimo Secolo ci mena
per frutto universale di ogni cosa?
Tu sol' potrai, o Vergine serena!
aspirarmi,_ che sei tanto graziosa,
onde possa compir' la mia cantata
sull'Opra sacrosanta incominciata.
841
La tavola, sul Monte, apparecchiata,
era, per dar' la sontüosa cena
alla gente,_ di Davide, alleata
... compresi i Suonatori, a menza piena.
Compita ch'essa fu,_ e sparecchiata
la tavola, il Maestro alsò la lena
e ordinò_ che al Mattutino, in chiesa
fossero pronti per la Nuova attesa.
842
Distribuì le vesti_ a propria impresa
ed ordinò dovérsele addossare
di pura volontà, senza contesa,
e, come cose sacre,_ anche baciare.
E di ben' nuovo, ci esortò a distesa,
Umiltà e Prudenza,_ di adoprare:
per dimostrarci, di buon' condizione,
pietre, in fortezza del suo parragone.
843
Così si licenziò dalla riunione
e se n'andò un momento alla sua stanza
- per riposar'? No so -. L'altre persone
s'apattum'orno in terra a circostanza.
Io, sopra d'un coperchio d'un cassone,
al sonno, gli abbreviai la propria danza,
risvegliato da un sogno gratüìto
che, al cuore, mi causò lungo battìto.
844
[ ] Mi pareva d'essere sortito
con Davide,_ in luogo di campagna,
quando m'accorsi ch'egli era assalito
da gente eniqua e piena di magagna.
Ed egli, mortalmente fu ferito
e, su me,_ che gli stavo_ alle calcagna,
cadde supino e, con voce assoluto,
ne gridava: "Fratello, dammi aiuto!"
845
Io che gli stavo sotto, mai, creduto
avrëi di sentir' co-tanto peso.
E parevo, di forza, sprovveduto
per cui, sotto di lui, mi stavo arreso.
Ad un tratto, mi provo risoluto
uscir' nel grido, ch'ebbi bene inteso.
Mi risvegliai, tremante senza male...
e vidi_ egli,_ in cima delle scale.
846
Questo fu sogno,_ è vero_ ma nuziale.
Mi convinsi di fargliene il succinto
ma, veduto che l'ebbi naturale,
non ebbi cuore, da spavento, strinto.
La campanella ci diede il segnale
d'andare in chiesa. Con foggia recinto
ciascheduno per sé,_ se n'abbellisce
e la raunata, in chiesa comparisce.
847 - 1° dì di Festa al Monte. Tutti in costume. (15 Agosto)
Il Popolo, che il suolo_ricoprisce,
stava ristrinto come un'aringaia.
L'altare sacro - ricoperto a strisce
in bianco telo, con trina rosaia -,
quarantasette ceri lo fornisce,
che incendiati, spargevan' luce gaia;
la campana d'argento_ alla sua posta,
con l'Ostia sacra_ la reliquia_ esposta.
848
Quella gente fedele facéa sosta
ascoltar' la Funzione_ incominciata
- che non si sa,_ al Mistero, quanto costa -.
Nel primo scatto,_ di voce intuonata,
si cantò il sacro INNO,_ a posta_ a posta,_
DELLO SPIRITO SANTO a voce grata:
l'Imperiuzzi, gli Eletti,_ in compagnia
dei Musicanti, con bella armonia.
849
Finita in chiesa, la funzione pia,
Davide accennò di sortir' fuora,
le gente Eletta, piena di allegria,
uscì a schiera, al nascer' dell'Aurora.
E, fatto cenno che sortì'_ per via
per un momento, all'erta,_ stia in dimora.
Tutta la chiesa, avendo, a sé, presente,
alzò la Verga e disse chiaramente:
850
"Con quella forza e autorità possente
che la Trìade, su me, congiusse in Fonte,
[io] scaglio questa pietra,_ qui eminente,
al gran Gigante eresiàrca, in fronte.
E, per tal' colpo duro, _moralmente,
giù precipiterà_ come un Fetonte:
per non saper' giuidarsi il Sol' divino,
morrà perduto... simile a Caino."
851
Poi fece cenno_ al, suo figlio, Turpino
schierarsi avanti, col VESSILLO in mano
di color' rosso._ In mezzo del giardino
si vedéa scritturato_ in verso piano
a tinta bianca, data a pennellino.
Le parole, espresse a senzo sano
consu[o]navano al motto di dovizie:
MÌLITI_ DELLE SANTE_ e pie_ MILIZIE
852
Dietro a Turpino, foggiate a primizie,
le FIGLIOLE DEI CANTICI_ si schiera'
in vesti bianche, con velo a delizie,
con i cordoni gialli e nappe a pera.
La fascia, avèan' celeste. Altro s'indizie:
la corona di rose, ognuna impera
in su le testa; ne[ ]i piè', calzate
con pantofole bianche inlustricate.
853
Bianca, la prima delle coronate,
teneva in mano la santa BANDIERA
che, sopra bianche nuvole lunate,
(la) MADONNA 'LE VITTORIE lì_ vi era.
Nei quadrati,_ le parti colorate
in rossa tinta, verde, gialla e nera.
L'Inno sacro,_ a Maria dedicato,
da tutte le Legioni, era cantato.
854
Le PIE FANCIULLE, a tergo_ era in parato,
in veste bianca_ col velo celeste
e manto e fascia, di tal' colorato;
cordoni e nappe gialle,_ sì conteste.
Celeste emblema, con due Ci crociato,
tenéano in mezzo al petto,_ su la veste.
E questo, avéano tutte le Legioni,
che sotto, scrivo con chiare espressioni.
855
Dietro le Pie Fanciulle, in condizioni,
DI CARITA, le SUORE, succedéa,
con veste rossa e celesti i cordoni
e manto,_ fascia e vel', che ognuna avéa.
Qui Zèmia Lazzaretti_ ne consuoni,
davanti a queste, il Vessillo, tenéa:
turchino,_ porporato_ in campo giallo,
con due faci in croce, in mezzo al vallo.
856
Fra le due faci di rosso corallo,
DUE FANCIULLE sollevano il Triregno
con la man' destre. Con l'altre al suo callo,
stringono ambo_ uno Scettro in segno.
Il Vessìl(lo) delle Suore, vò_ notarlo,
Davide diede, alla sua Moglie, impegno
che l'avesse portato, per sua insegna,
della detta Legione santa e degna.
857
Questo Vessillo, alla parvenza, segna
'l celeste,_ bianco,_ azzurro._ In campeggiata,
due manìpol' di messe,_ a croce, impegna
con DUE GIOVANI ADULTI in sua parata.
Sollevano il Triregno, per_ consegna,
come le Due Fanciulle: a mano alsata.
Tengono un tralcio, carco d'uve bianche,
[ ] parimente, con le mani manche.
858
Dietro ciò,_ le MATRONE_ stava' in anche:
celeste avéan' la veste e rosso il manto,
parimente il restante._ E scarpe bianche,
[in] vero argento,_ di futuro Impianto.
Così ordinate, non paréano stanche
seguire il Divin Duce sacro-santo.
Il suo Vessillo è rosso violato,
spartito in color' blu_ ma turchinato.
859
Due penne in croce, in mezzo, un 'OMO ALATO,
con il Triregno accomodato in testa,
tenente una bilancia, in perno usato.
E, con la destra,_ una spada, s'appresta,
che mostra tre lamìne a l'aguzzato...
e, cosa in segno di Mistero, è questa.
Dopo le donne, poste_ a schiera avanti,
succedevano dietro, i MUSICANTI.
860
Vestiti in bella foggia tutti quanti
biancheggiava(no) i calzon',_ rossa la maglia
rossa la fascia. E li cordon' pesanti:
celestiali. Il berretto si conguaglia
a colori dell'iride _ svarianti,
l'un sopra l'altro. Così si ragguaglia:
fecero onore al Duce alla discesa...
come parlano i Vati della Chiesa.
861
Succede i CON-DISCEPOLI a discesa:
in pantofole,_ pur' di bianche_ cuoia.
Cenerini i calzon',_ la maglia accesa:
di color' rosso ancor',_ la fasciatura.
Berretto in testa, - come ho dato intesa
nei Musicanti, e non v'assalga noia
a udirmi_ già - E, cordoni nappeggianti,
avéan' per cinto._ E, in petto, i Ci crocianti.
862
Fra cotanti Vessilli_ inalberati,
quel della Terza Legione,_ descrivo
color' celeste e bianchi vermigliati
con due folgori in croce a fuoco vivo.
Nel mezzo a ciò, un TORO_ A VANNI ALATI
e col Triregno, in testa positivo.
Con la collana in ferro e due pendenti,
o campanelle_ o cerchietti,_ andulenti.
863
Dietro ciò, si notava su presenti,
[i] dodici DISCEPOLI, vestiti
col manto rosso e cordoni pendenti
con nappe._ ai capi, sul collo inseriti.
Berretti, uguali ai ridetti,_ iridenti;
la fascia gialla. Nei piè'? Pur' forniti!
- come vi dissi ad'uno, pur' tranquillo -.
In'alsi per futur'_ [ ] tal'Vissillo:
864
... al verde,_ al giallo nel campo, postillo,
spartito, il giallo, con il porporino.
Due Gigli in croce_ v'è, come sigillo.
l'AQUILA, in testa il Triregno divino,
col rostro_ e-d' artigli torti a spillo,
afferra un Gran Serpente verdolino
cui dalla bocca, che dentata appare,
sette lingue di fuoco,_ fa notare.
865
Gli APOSTOLI, vi vengo a presentare,
che, di sette colori, hanno il berretto
come l'arco-baleno quando è in are;
la striscia gialla orla il suo cerchietto.
Lo Scudo verde, a fronte, soléa stare,
con due fronde d'olivo_ a serto stretto:
nel mezzo, è il marchio_ o emblema del Monarca,
ovvero: di San Pietro,_ la gran marca.
866
Il resto delle fogge - state in guarda - :
camicia_ o maglia rossa_ s'indossava,
calzoni bigi._ Pantofole carca'
il piè'._ Cui d'un sol' pezzo, si notava.
cordoni al collo, ondeggianti a barca
con le nappe cascanti_ in seta brava,
il Segno in petto, coi due Ci crociati.
Del Gran Monarca,_ s'era... e siam' soldati!
867
Il Vessillo di questi_ pii alleati
è giallo e bianco,_ in celeste spartito:
due penne ha in croce,_ nel mezzo ai suoi strati.
Fra ciò,_ un LEONE ALATO, ben' fornito,
in testa ha due diademi, accomodati
di corona, e Triregno gratüìto.
Tiene sotto le zampe, in verde veste,
un Mostro serpentino_ a sette teste.
868
I PRÌNCIPI son' sette. A sue richieste,
da lui stesso ne furono ordinati.
Quattro gl(i) eran' fratelli,_ l'altre oneste
persone, scelse fra suoi parentati.
Chi l'avesse veduti: in cotal' veste,
come gli Apostoli_ bene ammaestrati,
fuor' che, a tre giri, avevano il cordone
fornito a nappa,_ in circo al berrettone.
869
Celeste avéan' la fascia_ in posizione
due cordoni con nappe in color' giallo.
Questa milizia_ annunzia ogni Legione
ch'apparterranno i tempi d'intervallo:
come a libro, di sua_ ordinazione,
rescrive chiaramente, senza fallo.
Prete Imperiuzzi, d'Ordine divina,
portava la sua toga cenerina.
870
Con la fascia celeste, s'avvicina
cappello cenerin' cupo, rotondo.
Tre penne, nel cappello,_ accomulina':
gialla,_ celeste,_ verde,_ strinte in fondo.
Già Sacerdote e LEVÌTA, s'intrina
la figura di quei,_ a fatta al mondo,
ch'avéa invitati, Cristo, alla Sua cena
apparecchiata, di delizie_ piena.
871
Il Vessillo Elevìtico, [h]a sua_ scena
di giallo, in parte e' rosso colorato,
con una stola in croce,_ ben' ripiena
da una BIANCA COLOMBA a becco alsato,
che tre lingue di fuoco, mostra a vena.
Vi è P[i]. [ef]F. [e] S. 'ell'emblemato.
A lettere scolpite, si riveste
la sua finale: DEUS_ PRO-NÒBIS_ ESTe.
872
[I'] Giuseppe Corzini_ cui fa teste,
inalsava, del Duce, la Bandiera
che, della SUA FIGURA, si riveste
d'effìg(i)e, come_ e quando al mondo era.
Radiante in campo_ di luce solerte:
dall'orecchi, dal naso e dalla spera
degli occhi e dalla bocca._ In ogni loco,
paréa che scintillasse_ vivo fuoco.
873 - In costume anche Davide
Fra tanto il DUCE, che sostava un poco,
si può notare a pieno alla presenza,
lui che attràr' dovéa, per cotal' gioco,
il mondo tutto, con la sua sapienza.
E por' fine al gran mal'_ che l'uom' fa roco,
che del suo mal', conferma la sentenza.
Tenéa in mano il tòrto bastoncino
o Verga_ o Real... giva al suo destino.
874
Portava in testa un cappel' celestino
e, nel davanti, una Placca d'orata,
ov'era una Colomba a capo chino,
con tre lingue di fuoco, all'imbeccata.
Di sopra del cappel', sul cupolino,
una palla,_ una croce, avéa fissata,
con tre penne_ (i)nfilata sulla palla:
una rossa,_ una verde_ una gialla.
875
Riveste i sacri piè'_ di cuoia gialla,
ridotte a pantofole d'onore.
Bianchi i calzoni, e cordoni_in ispalla
con due crocifissi, a fronte al cuore.
Gialla, la fascia che cinger' non falla.
La maglia rossa, avéa, il pio Signore
e il manto rosso e bruno golettone.
La Gemma in dito, di consacrazione.
876
Alto e bello, d'aspetto, si dispone.
Filosoficamente_ ben' parlava,
che nessun' gli osterebbe al paragone:
quando la lingua, col verbo adoprava,
tutt'uomo s'attraéa per convinzione.
Dalla Giustizia, mai s'allontanava,
nè dalla Carità per cui, con mano,
s'additava Maestro e Capitano.
877
La Milizia Crociata, in piccol' piano,
non altro armata, che di crocifissi,
doveva entrare in campo e metter' mano
a l'infiniti Mostri degli Ab(b)issi.
E, con la fede fitta e cervel' sano,
a conquistare tutto il mondo, gissi.
Senza temenza, alla morte esporsi
e, per vincere, far'_ tutti gli sforsi.
878
Egli il calice amaro,_ bérsi a sórsi,
dell'infamie del mondo_ e, per riscatto,
immolare se stesso._ Nei suoi corsi
in seno ai cari amici, esser' disfatto
come un infame, preso a calci e morsi.
E, per non faticare a compier' l'atto,
a colpi di moschetto, la partita
di chi ci salva,_ dover' far' finita.
879
Misera umanita! come sei ita
in perdizione, per la tua sciagura...
e il Cristo vero, che ti porge aìta,
lo renunzi_ e gli dai morte sì dura!
Osserva il passo e la via ch'attrita
e, con le seste, l'Opra sua, misura...
e vedrai che, di dietro_ nè davante,
un grammo, non si può trovar' mancante!
880 - Prova Generale con Banda Musicale
Stando così le cose tutte quante,
fe' cenno ai Musicanti di suonare.
Dato fiato alle trombe, nell'istante,
il Monte e valli cominciò a echeggiare.
Sereno era il mattino, aria brillante,
quando dall'alto cielo,_ giù a calare,
si venne bianca nuvola, di fronte,
ch'adombrò, in un lampo, tutto il Monte.
881
"Vedete!" disse Davide, "Ben' pronte,
s'avverano l'antiche profezie:
Cristo salendo al cielo, gli fe'_ ponte
una nuvola bianca e lo coprìe.
E l'Angelo n'apparve a quelle conte
gente fedeli, consacrate e pie.
Dicendo loro: «Or più, voi non vederte
Gesù, che al ciel' salì.» come sapete.
882
«E nell'o-stessa guisa», m'intendete,
«che scese in sù,_ un dì scenderà in terra
a far' Giudizio». Se ben' capirete,
io sono d'Esso: in me, Cristo si serra.
E voi siete gli Eletti, se credete:
figure di quei Spirti che non erra',
com'io figuro Cristo nel Giudizio,
come le profezie ci danno indizio".
883
Detto ciò, si tacque. Il sacro Ospizio
restò quasi solingo all'improvviso
e fra i canti e fra i suoni in santo offizio,
al PRATO ci guidò, DEL PARADISO.
Presso d'un pruno, con tutto il comizio,
di sostare un momento, diede avviso;
ché, sotto il pruno, dormendo in visione,
vide un dì,_ l'attuale processione.
884
E, suonando e cantando in processione
inni e 'tanìe,_ retrogimmo a prosa
a circuire Siòn_ in posizione.
Per ciò avverare tal predetta cosa,
girano avanti, di molte persone:
per appianar' la via, pendìa scabrosa.
Come predice il profeta_ Isaìa:
"Levate le pietre, appianate la via!"
885
Circüimmo Siòn, in compagnia
del popolo di vari comunelli.
E, col nome di Cristo e di Maria
tornammo al Monte per vari stradelli.
D'intorno della Torre, in cortesia,
nuovi Cantici, al sommo sacri e belli.
E, il Gonfalone_ s'ammirò inalsato...
per sin' da' Vati antichi,_ profetato.
886
Così il cerimoniale completato,
del Quindici Agosto Settantotto,
il Monte, dalle turbe era adumbrato,
l'Eremo, parimente, sopra e sotto.
Davide si era affaticato
per farsi udir'_ dal popol', sù ridotto.
Recreati co' i cibi a tavolino,
ritornammo alla chiesa_ al Mattino.
887 - La Banda si licenzia ingiustamente
Successe un caso... e parve destino.
Compita la missione, il Mezz'Agosto,
Musicanti si fecero vicino
a Davide._ Gli dissero_ ben' tosto
che il Sindaco loro arcidossino
gli aveva ordinato ad ogni costo,
a l'ore nove, di dover tornare
che, a-d' altra festa,_ dovevan' sonare.
888
Per cui, non potéano più sostare:
già che, fatta n'avèa', la sua comparsa,
lassù, più non potéano ritardare
ma intendéan(o) lasciarlo in quella sbalsa.
L'Apostoli, ne venne a radunare,
ciò che la sua proposta non sia scarsa.
Fu consigliato di lasciarli andare,
il Sedici giurar' di ritornare.
889
Così d'accordo, vennero a restare.
David(e) parlò, in pubblico di tutti,
che i Musicanti non voléa' più stare.
"Che gli fareste?" disse. E mirò tutti.
Una ragazza s'udisse parlare
dicente "Ammazziamoli! ... fur' brutti!"
Davide la guardò nella persona
dicendo: "Va' a spogliarti,_ o_ briccona!"
890
Qui può notare ciaschedùn' persona
che egli non "era un disperato",
come tal' voce negli empi risuona,
ma sano e reflessivo,_ nel suo stato,
cöerente a se stesso, in mente buona.
Il padre [ ] di lei, l'era cognato,
dolente le va dietro. E riede, a tuono
pentita, chiese a Davide perdono.
891
Cüi le soggiunse:_ (!) "Io non sono
l'offeso. Ma a cui, lo chiederai".
Ella piangendo, lor' lo chiese in dono
che da tutti, le fu concesso ormai.
E, ristorati con del vitto buono,
e, ben' pagati con denaro assai,
dal Divin' Duce, quei si licenziaro'.
In Arcidosso, a casa lor' tornaro'.
892 - 2° dì di Festa al Monte (16 Agosto)
Il Sedici fissato, non pensaro'
portarsi sù,_ co' suoi strumenti, adorni.
L'uomo giura / spergiura e non è raro:
caso ciò, avvïene tutti i giorni!
Promette il dolce, poi porta l'amaro,
promettono esser' bravi e sono sciorni.
Insomma, è un modo massimo al presente,
che l'uomo errante va per sua corrente.
893
Davide in-tanto, con tutta la gente
della sacrata sua magna Missione
insieme al Sacerdote - uomo intendente -,
amministrò le cose in Confessione.
Cantati tutti l'Inni di presente
e completata quella pia funzione,
usciti in piazza, con bell'esemplare...
il Settimo Vessillo, fe' inalsare.
894
E bianco e rosso,_ in mischio, il giallo appare
con due fronde d'olivo_ incrocicchioni.
Nel suo bel mezzo, le figure care
di TRE Magni, Invincibili LEONI,
ciascuno col Triregno in testa, E pare
che, con le zampe, questi compagnoni
sollevano, in segno di capaci,
un Candelabro d'oro_ a Sette Faci.
895
L'emblema principal' di tal' sagaci
simbolici vessilli di Mistero,
fra due rami d'olivo, si combaci:
questo segno )+( Ed è l'emblema vero
[ ] dal centro di cui, nasce le faci
di sublime virtù, luce d'impero.
Di più v'è: "Ci, Pi, eN', eR'. Annessa,
si legge la parol' LÀBARO, impressa.
896
In questa santa mattinata stessa,
li primi tre EDITTI PRE-CURSIVI
de la NUOVA RIFORMA - scritta essa
nei corsi di sua vita positivi -,
furono letti. Ed ora m'interessa
dirvi_ ch'egli arruolava morti e vivi
alle Sante Milizie_ e dava im-pegno
la croce rossa del suo Emblema degno.
897
Alla Nazion' Latina, dava il segno
ch', a un tanto arruolamento, l'invitava.
E, qual nuovo Mosè, al divo Regno,
la casa di Giacobbe,_ richiamava:
a ri-ordinarsi, con fede d'impegno,
alla legge del Dritto, abbisognava!
ed, al nuovo 'Sdraello, dar' l'Impianto
per la Riforma dello Spirto Santo!
898
Alla discesa del Monarca tanto,
pria di scender' dal Monte al päesano,
radunar' milli giovani,_ avéa vanto,
che fosser f[r]utti di sangue italiano.
Ma il tempo che ne scrisse, da suo canto,
passò, senza contarli con sua mano.
Perché quelli, che avéa [] invitati,
si fu, come ribelli, ritirati.
899
Ed, essendo i tempi_ anche abbreviati
per celebrar' le Nozze dell'Agnello,
[ ] con fretta, ne furono invitati
quelli più 'strànei del nobile ostello.
Esclusi, furon' tutti i preti e frati,
ché, il Cristo, sospinsero al macello,
che non lo riconobbero alla voce,
per usurpargli e ricondurlo in croce.
900
Soltanto un seme, di quella feroce
gente, fu accolto:_ cioè l'Imperiuzzi.
Il resto... come polvere veloce
de' rei, passi! e la Chiesa più non puzzi!
E tu, o giusto Dio, alza la face
del Tuo fiume sapiente e, pe' i Tuoi nuzzi,
la Tua giustizia, dimostra d'indizio,
e completo, sia fatto il Tuo Giudizio!
901
Uscì la proce' da quel santo Ospizio
e circuì la Siòn[ne] con due giri,
con tre, la Torre, con tutto il comizio
cantando i nuovi Inni ai santi Spiri,
lodando la virtù,_ bias(i)mando il vizio...
che, all'avvenìr', ciascun, l'esempio ammiri!
Davide disse che voleva andare
a Roma, la sua Verga, a ripigliare.
902 - Davide distribuisce gli Scudi
Così venne la festa a compilare
del Sedici d'Agosto Settantotto.
Paréa, le turbe, come onde di mare:
ogni sito del Monte era interrotto.
Davide seguitò, lo SCUDO, a dare
e fe' la spiegazion' del sacro Motto:
cosa potéa i due Ci significare,
con altri segni, che ci fa notare.
903
Lo Scudo è l'arme che si dée portare
contro i maligni Spiriti d'Averno.
Significa: "Figli di Dio, ch'appare'
veraci e giusti, fedeli in eterno".
La Croce rossa ci viene a indicare
l'appello d'arrüolamento esterno
alle Sante Milizie, e gran Legioni
dello Spirito Santo, pii campioni.
904
I Due C_ con la Croce, indicazioni
son' della prima e seconda venuta
di Gesù Cristo, come i Vati buoni
con lor' chiaro-vergenza prevenuta.
Le Tre Lettere, in croce in tre versioni,
so' i nomi della Trïade compiuta
e spiegano il compìto per Missione:
di nostra Umanità, (e pie) consolazione.
905
I Due Ci, rovesci_ in condizione,
forman' l'ammirabil' santo cerchio,
dal cui centro,_ per mezzo del Crocione,
tutto il creato ha luce di soverchio.
I due rami d'Olivo si frappone:
so' 'l simbol' della pace, unita a specchio
fra l'uomo e Dio._ E figuran' le Palme
del, di Lui, martirio a ben' dell'alme:
906
[di] Prima, riportato per dar' calme
a tutti quanti, fu_ da Cristo Puro;
poi da l'Impuro: come per le salme,
riportò Morte... e vive di sicuro!
E da qüesti simbol(i)_ d'alte palme,
è stato estratto l'Olio ben' maturo
per i suoi frutti di ricongiunzione
della Prima e Seconda Apparizione.
907
[La] prima: di Gesù,_ vero "Leone
di Giuda"._ D'alleanza pur' completa,
e "Leone" è Davide, in riunione
dello Spirto di Dio, ch'ambo l'allieta.
Il Rosso è il simbol' dell'immolazione
ch'hanno fatta di sé, per nuova pièta.
Indica, il Celeste: l'importanza
che, per loro, ci ha fatta il Dio i[n]-quietanza.
908
Il Giallo ne indica a bastanza
la pace interna che ne godon' quelli
che credono compiuti in abbondanza
i Misteri di Dio,_ utili e belli.
Indica, il Bianco: la veste in fragranza
dell'innocenza, che i veri Fratelli
mantengon' con la vera penitenza,
che so' amati, da Dio, per l'ubbidienza.
909
In virtù di Simbolica tendenza,
l'eresia,_ l'empietà_ sarà espirtate
di su tutta la Terra. Che - in presenza
di quelle sante Leggi_ Riformate -
Dio, in giustizia, in verità, in sapienza,
sarà adorato da tutte le fiate.
E sarà un solo ovile,_ un sol' Pastore:
unito Monarca e Ligislatore.
910
Davide sarà quel pio Signore,
per me è sicuro._ E'd altri, non aspetto:
lui, credo fermo_ e tengo fisso in cuore.
Chi lo disdice_ mi resta in dispetto.
Lui era che arruolava: di buon' cuore,
dava in dono "la Croce" - come ho detto -
e la ponéa su la sinistra spalla
a quei, che eran' degni_ di portalla.
911
Stando così le cose in quella calla,
quando comparve un tale, già spedito
dai preti d'Arcidosso_ che non falla.
Davide riscontrò_ sull'alto sito,
trasse fuori una lettera che, gialla
avéa la busta,_ col bollo inserito.
Lesse la scritta:_ gli notificava
che il Sinedrio di Roma_ la mandava;
912
e che suoi manoscritti_ là, sostava'
all'Indice dei Libri Proïbiti.
Il Polverini, che si ritrattava,
mandò i giornali in tutti quanti i siti:
Davide, un impostore,_ declamava,
un empio, un falso_ in tutti i suoi quesiti.
Egli, _ per ciò, non si mostrò sgomento
ma sol' del prete vile_ e frandolento.
913
E-ppòi soggiunse,_ con soave accento,
che tutte le sciene promulgate
ci dovéano compiere, al momento
che cessava' le tragiche pedate.
E che ciascuno stesse ben' attento:
che avéa i minuti e l'ore numerate
per còmpie(re) quel, ch'al Dio, avèa promesso,
e da nessun', poteva esser' regresso.
914
"Questa placchetta o Scudo,_ che v'ho messo,
amici, addosso, con mie proprie mano,
sia da voi costudita e, in tempo appresso,
vi sia di salvazione, in caso strano.
Quest' è 'l Segno di Dio-Vivo:_ io-stesso
vi do,_ in difesa al vostro corpo umano
e, da insidie mortali, salvi andrete
e, con tal' Segno, in tutto, vincerete.
915
Sotto tal' Segno, ben' m'intenderete,
invito in prima la nazion' Latina:
e prepararvi! con pace_ con qu[i]ete,
pe'l gran riscatto che Dio gli destina.
I figli della Chiesa,_ ch'hanno sete
uscir' dalla tirannide o rovina
o empietà_ e di schiavi al peccato,
son' posti in libertà_ da me, Mandato.
916
Come, [ ] da Mosè,_ fu riscattato
il popolo [] Ebreo,_ tal' vi riscatto
... pur che_ imitate me, nell'apparato
dell'Alleanza, di leggi e di patto,
per un ordine nuovo, in ogni strato
d'andamenti,_ in reggìme in tutto atto
nelle due Nature per morale:
Divina_ l'una, l'altra Naturale.
917
Così si seguitò_ il cirimoniale
del Sedici Agosto Settantotto.
Nella chiesa si entrò, con trïonfale
pompa,_ cantando l'Inni_ a ciel dirotto.
L'uno:_ MADRE DI DIO, suol' principale.
Dice "Noi Figli dei Grandi",_ altro dotto:
l'INNO DELLA REPUBBLICA_ è chiamato.
Sul Sinedrio romano, n'è basato,
918
... altri ve n'era, nel senso indicato,
che sono pubblicati per la stampa:
tutto, fu, quel gran giorno, ben' notato
nel Sol-Leone,_ quando il caldo avvampa.
Ed, essendo già il sole tramontato,
fummo alla menza, ristorati a ciampa.
Poi, riposati i membri naturali,
tornammo in chiesa, con Vesti nunziali.
ATTO SECONDO
919 - 3° dì di Festa. Davide inizia l'Era del Diritto (17 Agosto)
Cominciò la funzione,_ i più essenziali
Canti ed Inni furono intuonati.
Sul Monte e in chiesa, erano speciali
turbe,_ d'ambo i sessi radunati:
di città, di paesi e di casali,
de' pressi e di lontano, capitati.
Poiché il Diaciassette a Santa Fiora
per la Fiera in passaggio, erano ancora.
920
Davide uscì di chiesa alla buon'ora,
con la solita schiera di Crociati.
Fatti i soliti giri, i[n] di più ancora,
furon' tre volte, i siti circolati,
nove volte la Torre, in su la mora,
sul cerchio in giro dei sassi murati.
E, riverito il rosso Gonfalone,
in chiesa, ri-entrò la processione.
921
Terminata che fu quella funzione,
Davide in sul piazzale, diede invito
ad ogni gente di quella riunione
che, pe'l giorno Diciotto stabilito,
venisse, i padri e madri,_ in condizione
co' figlioli e lattanti, da ogni sito.
Ché giunto, al patrio nido, a contatto,
il miracolo, a tutti, avrebbe fatto.
922
Disse: "Dicessi al Monte Amiato, all'atto
partire e andar' sul piano Grossetano
e se questo vi andasse... di soppiatto,
l'incredulo direbbe, in senso strano,
che sarebbe arte magica e patto
dello Spirito Avverso, empio e profano.
Ma 'l miracolo che io vi verrò a fare
sarà evidente, niùn' potrà negare!"
923
Alcuno poi, lo venne a interrogare
sulla Repubblica. Ed egli rispose
che Gesù Cristo la venne a fondare
in simil guisa ch'al presente. Espose:
"Lui fu repubblicano nel suo fare,
io tal' mi sono._ Per_ Ben' delle cose:
non più Re!_ non più Preti sulla terra,
a danno di chi vive, in varie guerra!
924
L'ordine delle cose che vi serra
il nostro globo, saranno mutate
in Potenza e Sapienza_ e Virtù sgherra
di Dio, ché tutte le cose è create."
Al popolo, che fatta gli avéa serra,
soggiunse, con parol'_ bene assestate:
"Cosa, da me volete? Io porto pace
e la misericordia. Ciò vi piace?".
925
"Sì!" rispose quel popolo verace.
"Siete contenti non pagar' più tasse?".
"Sì!" ripeteva ciaschedun' capace.
"Volete la Repubblica? Ogni Classe?".
"Sì!" ripeté' le turbe._ E lui, sagace,
attendeva a chiarir' le cose basse
dicente: "Attendete bene il motto!
Questa,_ quella non è,_ del Quarantotto...
926
... questa è di Cristo! Che ad Egli sta sotto,
accetta il patto ch'Egli n'ha rogato
col sommo Padre_ e vince sè di trotto:
d'amicizia con me, riede Alleato.
Renunzia al mondo, misero e corrotto,
e più, dai dazzi,_ non è vincolato.
Il vostro Re son' io_ che me n'imìta
se morto è in Dio,_ per me, ritorna in vita.
927
Non traliniate dalla mia partita
nè a(l)le parole mie, mutate senzo:
come esse, da me,_ ne fanno uscita
riferitele al mondo per compenzo.
E se la cosa non è ben' capita,
ne potrebbe arrecare un danno immenzo.
E non apparterrebbe il suo buon' frutto
come, apportar', ne deve_ da-pertutto.
928
[ ] Il Regno di Dio,_ che dal sedutto
Clero,_ è guastato,_ e da altri egoisti
eresïarchi e causator' di lutto,
sarà r'assunto_ pei Santi ravvisti.
Avverrà bello, ciò_ che vi par' brutto,
per convinzione e Articoli provisti
di Leggi sante, fatte agire al giorno,
ch'ogni prosperità farà ritorno.
929
Io son' legislatore._ In tutto adorno,
il Codice, v'apporto, Universale.
Sono il nuovo Mosè, che a danno e scorno
degl'(i)èmpii,_ vi riscatto al naturale.
Il mio perdono s'estende d'intorno
di tutto il globo, in senso generale...
eccettuato in quei che mostran' vanto
di bestemmiar' contro lo Spirto Santo.
930
Io Lo figuro in parte, tutto quanto
nella Missione mia, che do completa.
Chi, ad essa, si oppone, cadrà infranto
nell'eterno Giudizio a propria mèta.
Nel nuovo Mondo, non farà più Impianto:
sarà punito per giustizia lieta.
Pietà e misericordia sarà usata
per quei, umil' pentiti_ per l'errata.
931
[ ] La legge di Grazia_ n'è cessata,
subentra adesso quella di Giustizia,
promulgata da me_ e professata
con pïena osservanza di delizia.
E sarà, da m'e(sso) stesso,_ suggellata
col sangue mio,_ a fronte a mia Milizia,
fra breve, amici. Come ben' vedrete
se nell'ultimo dìe,_ mi seguirete."
932 - Davide in veglia. L'addio alla Moglie
Il Diciassette sera, intenderete,
quarantasette ceri_ fur'no accesi
e, fatte le preghiere, in pace e quiete,
pregò gli astanti di starsi distesi
in chiesa: " ... ma prudenti, se credete"
disse "e, dal fresco, non sarete offesi.
Riposate alla meglio e pur' pregate
acciò che, in tentazione, non cadiate".
933
Le sue care Milizie, ristorate
furo(no), nel cenacolo in famiglia.
Poi con occhio benevolo, guardate
le ebbe,_ alquanto poi,_ curvò le ciglia
e rialzandole, disse: "Preparate
ciascun' la propria mente a meraviglia.
Volgete alla preghiera, il vostro cuore
e vincete il Nemico Seduttore".
934
E così ci lasciò, il Re Signore
e andò nella sua stanza con la Moglie.
E sospirando, se la strinse al cuore.
la palma destra, tra la sua, l'accoglie
senza parlare... senza alcun rumore.
Tornò a pregare e la sua lingua scioglie
dicendo: "Padre mio! non mi lasciate,
in quest'ore tremente_ in me' velate!".
935
Poi tornò_ dalle genti addormentate
che formavan' la sua fedele schiera.
Più volte le svegliò,_ l'ebbe pregate
a non dormì', che giunta l'ora, n'era.
Tornare in chiesa, alle prime suonate
della campana,_ all'alba messaggera.
Giù nella cameretta, ritornato
fu dalla Moglie e, molto, fu pregato.
936
"Che fai?!" le disse, "Sarai ammazzato,
se scendi con la proce' in Arcidosso!
Tu ci rovini tutti_ e, rovinato,
sarai te stesso,_ assicurar' ti posso".
Lui disse: "Ho moglie_e non sono ammogliato,
ho figli e non ho figli._ Nè rimosso
da nessuno sarò_ poiché ho promesso
soddisfar' la Giustizia_ di Dio stesso."
937 - Tutti giurano contro la Vendetta (18 Agosto, alba)
Ed essendo sonato il cenno annesso,
in chiesa, ce n'andammo tutti quanti.
Non appena che lui varcò l'ingresso,
della porta,_ ammirò tutti gli astanti.
E poi soggiunse, facendosi appresso,
guardò l'altare stesso... e disse avanti:
"Ditemi,_ o miei diletti_ e buona gente,
vi siete ancora accorti_ qui,_ di niente?"
938
Rispose un tale - che non tengo a mente -
dicendo: "I ceri non so' consumati!",
[ ] applaudito, tacque. E virilmente
l'Inni soliti_ furono cantati
ed altre salmodìe,_ devotamente,
come per l'avanti, érà'mo usati.
[ ] Fatto ciò, davanti [] a l'altare,
Davide si venne a presentare...
939
... dicendo: "Ecco! il gran giorno singolare
ch'io v'ho promesso: della somma Scesa,
come vennero molti a profetare
ed io pure, v'ho data_ chiara intesa.
Questo, noi_ ne dobbiamo celebrare
con bell'ossequio_ o proce' ben' distesa,
che tutto quanto il mondo, bell'appunto,
a(t)tempo a luoco, n'intenderà il sunto.
940
Questa mattina,_ a voi ricongiunto,
calerò in Patria da questo Appennino.
Patria infelice! ove consunto
sarà il tuo vero Re,_ santo e divino.
Ch'allucinati_ dal mal suo, raggiunto
dai Capi stessi,_ del male assassino,
hanno sbarrati l'usci_ e le finestre
per turbar', del suo Re,_ la quiete o feste.
941
Per cui, comproverò che sono oneste
le cose tutte dell'Opera nostra;
e sacrata, indossino la veste,
delle cose avvenir',_ facendo mostra;
e che non v'è alcun'_ mal',_ nelle mie geste,
e che non ho nemici, all'età nostra.
Ma nemici..._ ne son'_ di loro stessi,
quei che fan' da Caini:_ son' già fessi.
942
... io sono Abele,_ si vedrà i successi.
Il sangue che mi scorre nelle vene
è rëale._[ ] E, per loro stessi,
lo verserò,_ perché Ben' mi conviene".
E, chiamata la Moglie_ e i figli annessi,
appo l'altare, con voce_ da bene-
disse: "Giurate, miei congiunti, amici,
di non [ ] vendicarvi dei nemici".
943
Prima la Moglie, sopra l'appendici
della pietra sacrata,_ ostò la dritta;
Dopo,_ Turpino_ giovanetto._ E lìci
parimente, giurò con la man' fitta,
la terza: Bianca_ - ed ultima, s'addici -.
La gente osservò il tutto_ e stava zitta.
Davide poi, voltossi al Comitato:
"Per tutti, amici,_ ho io _ per voi_ giurato".
944
Ed i' lembo del manto, avendo alsato,
disse: "Guardate,_ è già lordo di sangue.
Pur io, son' tutto quanto insanguinato,
per quella coda, pestifer', già d'Angue.
Lordo di sangue, è il mio Apostolato,
quattro dei miei fratelli,_ in tutto langue,
i miei figlioli e la mia propria moglie
vanno lordi di sangue nelle spoglie.
945
In voi,_ i princìpîi miei,_ si riconvoglie
di sanguigno color',_ le vostre vesti.
Voi siete i Maccabei, in voi germoglie
Fede! E Vigorìa, che vi rivesti!
Siete quarantasette, in queste soglie,
vittime consacrate_ a Dio_ pei gesti.
Ma pur' vi dico, o mio diletto stuolo
che non morrete_ ma morrò io solo.
946
Ed accennò al suo caro figliolo
uscir' di chiesa col Vissillo alsato
delle Sante Milizie._ E da quel polo
avanti a tutti, giù, fosse calato.
Dietro a lui,_ la sorella,_ quasi a volo
con la bandiera in vario colorato,
contenente Maria della Vittoria...
che già l'Inno cantavano a memoria.
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