Iacopone da Todi oltre che asceta, mistico e (direi) attivista sociale, è promosso a Beato (abusivamente) ed è reputato un Grande della Letteratura. Paolo Uccello gli dedica un ritratto, dove lui regge proprio il manoscritto di questa stessa Lauda Carceraria. In Todi, gli si intitolano festival, una piazza, un ristorante, un cinema, un liceo, un allevamento di cani. Il giullare Premio Nobel, Dario Fo, chiama suo figlio Iacopo in onore del giullare Iacopone. Ma che ne sappiamo noi, del poeta maledetto Iacopone?
Su Iacopone, trovi in Rete tutti i testi e tante
note, che qui manca lo spazio per citarne. Da citarsi però, che per il Russo
(Luigi, la
letteratura italiana del 200), questa Letteratura nacque con il fenomeno dei Flagellanti, che il Prof. associa, con sincero
rispetto, alla moderna tifoseria calcistica.
"Nei rispetti della storia letteraria, a noi
importa dire che questo movimento dei Flagellanti diede incremento fortissimo
alla lauda. I penitenti, mentre si
flagellano, si abbandonano a canti religiosi. Sono numerosi, e abbondanti, i laudari umbri, raccolte adèspote (anonime), dove il cantore canta per tutte
le moltitudini. (...) Iacopone da Todi si riattacca e deriverebbe da questo
movimento dei laudesi."
Purtroppo il cattedratico di Lettere si attiene alla lettera, trascurando ogni altra nota, musicale o coreografica. Si
limita a notare che le laude sono "composizioni musicali e verbali insieme"... non però pure danzate. Tali invece,
le descrive Iacopone, disprezzandone "l'ipòcrete mustranze che fòr
per le contrate // mustravan santetate de canti e de saltare". Saltare è "ballo"... e dove ci sta ballo, si trova
sempre il diavolo, già fin dai tempi di Sant'Agostino: "ubi saltatio ibi
Diabulus".
Poi, come spesso càpita se càpiti in galera, anche il
fiero moralista Iacopone si potrà
riconciliare con ciò che disprezzava.
Sull'eco di un'eterna battitura carceraria, possiamo immaginare il
detenuto Giacomone a inventarsi questa Lauda (53), senza penna e calamaio, al passo del suo ballo
incatenato:
Porto iette de sparvìre,
sonegliànno nel mio gire:
nova danza ce pò odire
chi sta appresso a mia stazzone.
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