Anagogia
Carceraria in lauda 53
"Que
farai fra Iacopone"
Il mio amico
poliziotto, non appena mi ha sentito nominare i cinque
pani, ha fiutato l'indizio: "Cinque
pani, come quelli che moltiplica Gesù? Ah ah, qui bisogna indagare!".
Infatti, dopo appena pochi versi, qui salteranno fuori anche i due pesci
trovati nei Vangeli. Per gli esegeti
biblici, il miracolo di Cristo significa la Comunione... ma Iacopone fu
scomunicato. Peraltro in cella, non esiste proprio nulla, né pani né pesci: era
tutta una visione, diciamola poetica o forse provocata dalla fame.
Dante conta "quattro
sensi delle scritture" che sono, a partire dal basso, i
sensi Letterale, Allegorico, Morale e Anagogico. "Anagogico"
vuol dire che solleva, cioè che innalza l'occhio spirituale alla contemplazione
delle cose divine. In senso letterale, Iacopone ci descrive con comico realismo
il suo squallido pasto da galeotto. E' una comica godibile, come tante scenette infernali del
comico Dante... che, non dimentichiamo, scrisse solo una Commedia,
mentre il titolo Divina ce l'hanno
aggiunto i posteri.
Iacopone è
però anche un mistico: non si limita a forgiare visioni poetiche ma si affaccia
volentieri anche con Dio. Lui che inzuppa le sue croste nell'immonda catinella,
significa anche il prete, che intinge la sua ostia nel calice, ma il prete ci
significa la Cena di Gesù, la quale è simbolo del Suo stesso sacrificio, che è
simbolo supremo. Oltre cui, senza più vista né sensi né simboli, Iacopone si
fondeva con l'Alta Nichilitate,
il Sommo Nulla.
La parola vergogna
ricorre per tutta la Lauda. Si riferisce ai frati svergognati, che convertono
l'Ordine Francescano da mendicante in manducante.
D'altra parte, la vergogna è riferita a Iacopone stesso, che è condannato al
colmo dell'umiliazione. Ma sull'orme di Francesco, nello sfarzo delirante del
primo e rampante capitalismo, Iacopone è ritornato alla profezia evangelica:
"Chi si
esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato."
Solo
nell'altro mondo? o invece qui... e tra poco lo vedremo.
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