La Storia racconta che alla morte di Francesco, i suoi frati si dividono
nelle due fazioni dei Conventuali e degli Spirituali.
Gli Spirituali
si mantengono fedeli all'assoluta povertà evangelica che già fu sostenuta da
Francesco, al suo ascetismo severo e alla sua predicazione vagabonda, nel più
semplice vernacolo volgare. Il nome Spirituali va collegato
pure al movimento di Gioacchino da Fiore, il profeta sovversivo dell'Era dello
Spirito, che avrebbe superato il dominio della Chiesa con il definitivo Regno dello Spirito, a venire dopo i regni precedenti
del Padre e del Figlio, sottomessi già alla Lettera delle Scritture
bibliche e vangeliche, in Ebraico e in Latino.
I Conventuali
invece, tra rendite e prebende, organizzano floridi conventi, si montano le
corna della tiara vescovile ("li Frate' che so' venuti en Corte, per argir
cornuti", qui: i Frati che da Roma, son tornati
vescovati),
montano pure in Cattedra nell'Università latineggiante e poi si inventano la
prima Banca.
Nel conflitto lacerante, si arrivò pure alle armi.
Alcuni Spirituali trovarono rifugio in Palestrina, che fu assediata per
diciotto mesi nella Crociata indetta per tale occasione. La rocca fu espugnata
infine con l'inganno, come ne canta Dante ne l'Inferno, dove si attende Papa Bonifazio, l'artefice del nero tradimento.
La libertà promessa fu poi negata agli affamati vinti, tra cui pure Iacopone
che finì dritto all'ergastolo, scomunicato, e con il cappuccio del saio
mozzato, per maggiore vergogna e derisione. Patì la pena a fine pena mai nei merdosi sotterranei (leggi sotto) di un monastero in Todi, retto dai
suoi nemici frati Conventuali. Già settantenne, fu liberato dopo cinque lunghi
anni, dal Papa successore di Bonifacio Ottavo.
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