1
Eccomi a voi, poeta contadino
popoli! per cantar la po-esia
venuto al mondo, per fatal destino
per insegnar di verità la via.
Ed additarvi a tutti da vicino
l’infettosa e superba gerarchia,
che non vuole conoscere sentenza
dell’uomo giusto, né men dargli udienza.
2
Questa superba gerarchia rivale >
è, del dritto comune delle genti,
per ogni dove, le dispiega l’ale
e dove passa lei, sorge i tormenti.
Ventre ha di lupo e denti di chinghiale
piedi di cerva e squamme di serpenti,
il l’occhio di Metùsa porta in fronte
e di sangue succiato sgorga un fonte.
3
Poi che Adamo toccò quel pomo innato
e’ la stola macchiò dell’innnocenza.
Subito apparve l’ombra del peccato
e il processo creò, di via, sentenza.
E’ dalla porta, che usci sfiorato,
rientrò focoso con maggior ridenza
e procreò nel tempo in tante guise
che all’empia gerarchia la statua incise.
4
A
questa, si associò diverse genti
perché la dritta via avéan perduta,
e tutte le pedate e atteggiamenti
appresero da lei, che parve arguta.
Fra l’uomo, nacque tanti impedimenti
dopo aver la di lei, peste imbevuta,
e di rege usurpò, l’empio, comando
che a la santa giustizia diede il bando.
5
L’uom fatto strupo, si mischiò coi bruti,
vergogna Eterna a la di Lui Presenza!
E’ mostru-osi frutti ebbe veduti
lattàr le piante della sua semenza.
Che a padri loro, funno spini acuti,
e fatti ampi, infettàro ogni mensa,
l’uom per la via di Dio, comparve nudo
d’inganni e frode, si formò lo scudo.
6
Con l’empia via e superba gerarchi
voleva dare al Cèlo la scalata
ma la sua gigantesca bizzarria
fu repressa da Dio, e gastigata.
In pena della stupida follia
sorse fra lor, diversa la parlata,
che maggiori apportò discordie ed onte
e il fuoco eterno inabissò quel monte.
7
Altro
all’uom, non restò che la speranza
per riaggiungere il ben che avea perduto
perciò, di sua satanica baldanza
si fu per qualche membro, ravveduto.
Cominciò a profetar la lontananza
d’un suo liberator, da Dio pasciuto
e questo fu Mosè che dal tiranno
salvò Isdralello per quarantun’anno.
8
Ma
la superba gerarchia degli empi
lo voleva inseguir per lungo passo,
che vinta fu da quei, per duri scempi,
e brevi istanti tenne il capo basso.
Risarcite le piaghe, sorse a tempi
e per sue maggioranze, accrebbe il chiasso
e ritornata nel suo primo gusto,
pomposamente si vestì col busto.
9
Non solamente i miseri ple
alla vera milizia ne arruolava
ma prenci, duchi, scribi e farisei
al suo real partito si attirava;
d’improvviso, a questa l’Agnus Dei
si oppose ed a dover, la richiamava
che per le membra sue, fatta feroce
il Cristo condannava alla croce.
10
E’ coi suoi denti di Leon ferente
fiumi e laghi di sangue disgorgava,
e carni ed ossa, per la sua corrente
ad-disdòro del gusto, trascinava.
Canti Gerusalemme, Roma e Oriente
e il Giapponese, ed altra parte brava
che per le man di questa setta infame
le terre popolose rèser grame.
11
Nerone, Massimino e Dioclezia
Simòn Mago, Montano e ancor Marcione
Avio, Natal, Donato e Domiziano
son della gerarchia di perdizione.
Gottescalco, Attila e Giuliano
Ma-ometto, Pelàgio e altre persone,
Calvino, Voltàire - e Lutero
son della gerarchia dell’empio impero.
12
Per questa infame gerarchia d’inferno
sembra oscurata la celeste luce
porta ghiacci e tempeste e nevi, il verno
e l’estate, calor stemprato e truce.
d’ogni ben<e> comun, causa lo scerno
e fatto ha del suo cuor, Satana duce.
Nei campi, d’empietà, nascon le spine
lei coglie, per comun, danni e rovine.
13
Per
questa gerarchia, sorse questione
fra i porporati e duci d’ogni stato,
e si calpesta, contro ogni ragione
le leggi e l’evangèl di un Dio incarnato.
Non ha più verità né religione
vive da turpe e’ popol disfrenato
che poco meno degli bruti vale
poi che di vivo inferno, è generale.
14
O
quanti romitòr, chiese e conventi
sono per la suddétta, profanati
da corrotti ministri irrecipienti.
Mali indotti tra i popoli, viziati
molti vanno, del male alle correnti
perché dal genio suo ci son tirati:
questi, la Chiesa che discioglie e lega
la rendono spelonca di bottega.
15
Signori
attenti, fate senno un poco!
Cristo è la via, la verità, la vite,
tal gerarchia l’abbrucerà col fuoco
e porrà fine a ogni discordia e lite.
Ad-dissiparsi e struggersi ci ha poco
tutte le vie di lei sono smarrite
e come cèca bròncola e si spossa
per deperire in luttuosa fossa.
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