Teatro alle Scale di Porchiano

Porchiano del Monte, di Amelia TR, non quello di Todi PG. Teatro all'aperto con estensioni al bosco. Dedicato a Iacopone da Todi. Spettacoli, edizioni e divulgazioni del Poetone Iacopone ma anche del Poetino Angelo Pii e Divina Corriera di Buddha Bus. Artisti e non artisti benvenuti ad esibirsi .

Monday, May 16, 2022

La superba gerarchia degli empi - cantata dal POETINO

 

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1

Eccomi a voi, poeta contadino

popoli! per cantar la po-esia

venuto al mondo, per fatal destino

per insegnar di verità la via.

Ed additarvi a tutti da vicino

l’infettosa e superba gerarchia,

che non vuole conoscere sentenza

dell’uomo giusto, né men dargli udienza.

2

Questa superba gerarchia rivale >

è, del dritto comune delle genti,

per ogni dove, le dispiega l’ale

e dove passa lei, sorge i tormenti.

Ventre ha di lupo e denti di chinghiale

piedi di cerva e squamme di serpenti,

il l’occhio di Metùsa porta in fronte

e di sangue succiato sgorga un fonte.

3

Poi che Adamo toccò quel pomo innato

e’ la stola macchiò dell’innnocenza.

Subito apparve l’ombra del peccato

e il processo creò, di via, sentenza.

E’ dalla porta, che usci sfiorato,

rientrò focoso con maggior ridenza

e procreò nel tempo in tante guise

che all’empia gerarchia la statua incise.

4

A questa, si associò diverse genti

perché la dritta via avéan perduta,

e tutte le pedate e atteggiamenti

appresero da lei, che parve arguta.

Fra l’uomo, nacque tanti impedimenti

dopo aver la di lei, peste imbevuta,

e di rege usurpò, l’empio, comando

che a la santa giustizia diede il bando.

5

L’uom fatto strupo, si mischiò coi bruti,

vergogna Eterna a la di Lui Presenza!

E’ mostru-osi frutti ebbe veduti

lattàr le piante della sua semenza.

Che a padri loro, funno spini acuti,

e fatti ampi, infettàro ogni mensa,

l’uom per la via di Dio, comparve nudo

d’inganni e frode, si formò lo scudo.

6

Con l’empia via e superba gerarchi

voleva dare al Cèlo la scalata

ma la sua gigantesca bizzarria

fu repressa da Dio, e gastigata.

In pena della stupida follia

sorse fra lor, diversa la parlata,

che maggiori apportò discordie ed onte

e il fuoco eterno inabissò quel monte.

7

Altro all’uom, non restò che la speranza

per riaggiungere il ben che avea perduto

perciò, di sua satanica baldanza

si fu per qualche membro, ravveduto.

Cominciò a profetar la lontananza

d’un suo liberator, da Dio pasciuto

e questo fu Mosè che dal tiranno

salvò Isdralello per quarantun’anno.

8

Ma la superba gerarchia degli empi

lo voleva inseguir per lungo passo,

che vinta fu da quei, per duri scempi,

e brevi istanti tenne il capo basso.

Risarcite le piaghe, sorse a tempi

e per sue maggioranze, accrebbe il chiasso

e ritornata nel suo primo gusto,

pomposamente si vestì col busto.

9

Non solamente i miseri ple

alla vera milizia ne arruolava

ma prenci, duchi, scribi e farisei

al suo real partito si attirava;

d’improvviso, a questa l’Agnus Dei

si oppose ed a dover, la richiamava

che per le membra sue, fatta feroce

il Cristo condannava alla croce.

10

E’ coi suoi denti di Leon ferente

fiumi e laghi di sangue disgorgava,

e carni ed ossa, per la sua corrente

ad-disdòro del gusto, trascinava.

Canti Gerusalemme, Roma e Oriente

e il Giapponese, ed altra parte brava

che per le man di questa setta infame

le terre popolose rèser grame.

11

Nerone, Massimino e Dioclezia

Simòn Mago, Montano e ancor Marcione

Avio, Natal, Donato e Domiziano

son della gerarchia di perdizione.

Gottescalco, Attila e Giuliano

Ma-ometto, Pelàgio e altre persone,

Calvino, Voltàire - e Lutero

son della gerarchia dell’empio impero.

12

Per questa infame gerarchia d’inferno

sembra oscurata la celeste luce

porta ghiacci e tempeste e nevi, il verno

e l’estate, calor stemprato e truce.

d’ogni ben<e> comun, causa lo scerno

e fatto ha del suo cuor, Satana duce.

Nei campi, d’empietà, nascon le spine

lei coglie, per comun, danni e rovine.

13

Per questa gerarchia, sorse questione

fra i porporati e duci d’ogni stato,

e si calpesta, contro ogni ragione

le leggi e l’evangèl di un Dio incarnato.

Non ha più verità né religione

vive da turpe e’ popol disfrenato

che poco meno degli bruti vale

poi che di vivo inferno, è generale.

14

O quanti romitòr, chiese e conventi

sono per la suddétta, profanati

da corrotti ministri irrecipienti.

Mali indotti tra i popoli, viziati

molti vanno, del male alle correnti

perché dal genio suo ci son tirati:

questi, la Chiesa che discioglie e lega

la rendono spelonca di bottega.

15

Signori attenti, fate senno un poco!

Cristo è la via, la verità, la vite,

tal gerarchia l’abbrucerà col fuoco

e porrà fine a ogni discordia e lite.

Ad-dissiparsi e struggersi ci ha poco

tutte le vie di lei sono smarrite

e come cèca bròncola e si spossa

per deperire in luttuosa fossa.

 

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