Teatro alle Scale di Porchiano

Porchiano del Monte, di Amelia TR, non quello di Todi PG. Teatro all'aperto con estensioni al bosco. Dedicato a Iacopone da Todi. Spettacoli, edizioni e divulgazioni del Poetone Iacopone ma anche del Poetino Angelo Pii e Divina Corriera di Buddha Bus. Artisti e non artisti benvenuti ad esibirsi .

Wednesday, July 24, 2024

Buttoteca di Porchiano

 

Alla ex-voliera verde (sotto i giochi al Pincio),

Sabato 27 e Domenica 28 Luglio, dalle 17:15 alle 20:15

aprirà la BUTTOTÈCA di PORCHIANO,

con l'anteprima di nuove COMPOSIZIONI PiZZESCHE

e l'offerta specialissima di antichi COCCI MAGNETICI

sempre a Km 0, di MACCHIA LOCALE.

Altrimenti aperto su prenotazione: tel. Ghersi 338 6762691. + FB Teatro alle Scale

 





 



Thursday, May 23, 2024

Da David Lazzaretti a Nazareno Bargagli


In data da accertarsi del 1975, Nazareno Bargagli, 7° Sacerdote Giuris-davidico, ha l'esatta premonizione di morire all'indomani, pur trovandosi in buona salute. Perciò si presenta alla casa dell'amico Ugo Quattrini (detto il Pampìni) per affidargli una grossa scatola di documenti, manoscritti e stampati, temendo che altrimenti andrebbero dispersi. Il Pampini non accetta l'incombenza e Nazareno muore quando previsto.

Dopo una ventina d'anni, Turpino, il figlio ormai anziano di Nazareno, ripresenta al Pampini la medesima scatola. A differenza del padre, Turpino non gode di premonizioni ma vuol finalmente adempiere alla sua estrema volontà.

Il Pampini ha custodito intatta la fatidica scatola, tranne le prede di rapaci studiosi o giornalisti, che presero "in prestito" libri allora stampati di David Lazzaretti, testi all'epoca rari ma oggi disponibili ampiamente.

Qui si presenta la rozza scansione dei documenti di Nazareno Bargagli detenuti da Ugo Quattrini all'Aprile 2024:

https://drive.google.com/file/d/1DSgi_3aXPhosc5QPXX1l2trJFc3Y6PyC/view?usp=sharing

Luciano Ghersi, Maggio 2024

Tuesday, May 21, 2024

Wednesday, November 1, 2023

La Scimmia di Isidoro


 

La Scimmia di Isidoro

Divulgazioni e contraffazioni

dalla più antica enciclopedia d'Europa:

il fantastico bestiario di

Isidoro di Siviglia (Secolo 7°)

1

La faccia delle Scimmie è molto brutta e pervasa da orribili rughe: fà-acie foe-èda / ru-ughis tùrpiter / fòllica-àntibus... hanno un viso che pare il soffietto del caminetto!

Ma vediamo LE PAROLE, innanzi tutto, altrimenti non vedremmo... neppure LE COSE. Il Nome della Scimmia discende dal Latino: sìmia. Che a sua volta discese dal Greco: simòs, che vuol dire "camùso". Tutte le Scimmie infatti, hanno il naso schacciato orribilmente... più camùse che le Capre!

2

Poiché invece il Greco, la chiama: pitèkos, altri credono che il Nome della sìmia non discenda dal Greco simòs, ma dal Latino sìmilis... poi-che la Ragione scimmiesca, gli apparve molto "sì-mile" a quella dell'Uomo: quod multa / in e-èis Simi-litùdo / Ratiònis umàne sentìtur. / Quo-òd falsum est!... ma questa è falsa etimo-logia! Soltanto l'Uomo infatti, fu creato con Ragione.

3

Le Scimmie invece, hanno un forte Sentimento per la luna: quando è nuova si rallegrano, quando è piena si rattristano e, con più che vada in calo, più ne andranno in depressione.

Non certo per Ragione (ma soltanto per Istinto) le Scimmiette appena nate, si aggrappano con forza alla pelliccia della madre, così che quando corra (o balzi per le piante) se le porta ciondolanti sotto pancia.

4

Amano i piccoli più che se stesse. Se non corrono (nè balzano per piante) volentieri li tengono in braccio, ove poppano con agio un paio d'anni, dalle 2 mammelle al petto. Quando non stiano in braccio, né aggrappate, le Scimmiette si tengono sempre vicine alla madre. Nè v'è altrettanto Affetto d'animale, tra madri e prole.

5

Ci sono 5 generi di Scimmie. Innanzitutto i cèrco-pitèchi, che sono provvisti di coda: il Greco infatti, dice cèrkos per "coda" e pitècos per "scimmia". La sua coda è spelacchiata perché il cèrco-pitèco ci s'aggrappa (balzando per le piante).

6

Sfi-ìngie ta-àmen / villose, sunt comis: le scimmie-sfingi hanno chioma foltissima, a foggia di elmo. Il Nome gli deriva dall'Egitto, dove la Sfinge adorata dai Pagani, è altrettanto capelluta, ben popputa e camusa di muso. Ma son bene differenti, nella coda! perché la Sfinge Egizia ha coda di Leone, mentre la scimmia-sfinge... non ne ha punta. La si rende pur domestica, senza alcun pericolo.

7

Non così quei cino-cèfali! che (per il corpo) sono simili alle Scimmie... ma non sono per nulla, camusi di naso: hanno musi... allungati come il Cane! Ed il Greco perciò, dal suo "cane" kinòs, più la "testa" cefalòs, ci fa in somma il cino-cèfalo. Pure abbaia: boh, boh, boh! Morde sempre e non si rende mai domestico... Seppure non camuso, rimane brutto in faccia per le rughe: fà-acie foe-èda / ru-ughis tùrpiter / fòllica-àntibus.

8

I sàtiri invece, son quasi graziosi di viso, che hanno liscio e senza rughe... però sono troppo irrequieti: sempre a gesticolare e a far versacci: yerk, yerk, yerk! Sono con evidenza, pur sempre pronti al còito, come i Sàtiri fiabeschi dei Pagani... perciò il Greco (che ne vide in quelle Scimmie) le chiamò satyròi.

9

Infine le pulcrò-pile, che sono assai diverse da tutte l'altre Scimmie. Hanno coda folta e bella, come nella Volpe (però non ci s'aggrappano alle piante, per non sciuparla); hanno poi, fluente barba (che a modo loro, tengono curata). Perciò il Greco, del suo "bello" (kalòs) e del suo "capello" (trikòs), fece il Nome di callì-trica. E il Latino (di par suo) fece pulcrò-pila... dunque Voi: "belli-capelli". Del resto, è brutta in faccia, per sue consuete rughe: fà-acie foe-èda / ru-ughis tùrpiter / fòllica-àntibus. // AaMmmmENnnnn!

0

Da li studi a li Stalletti, del Teatro alle Scale di Porchiano, Vi abbiamo trasmesso: La Scimmia di Isidoro. Testo tratto (e contraffatto) da le "Etim-orìgini", scritte nel Secolo 7° da Isidoro di Siviglia, Vescovo, Santo e Patrono di ìnternet. [Sanctus Isidorus, Hispaliènsis Epìscopus. Etimologìae sive Orìgines, Liber XII De Animàlibus, Caput II De Bèstiis, Versus XXX ad XXXIII (de sìmiis).]

Prossimamente, nuove meraviglie, dal fantastico bestiario di Isidoro di Siviglia. E se questa v'è piaciuta, diffondetela! Grazie!

CC - NO COPYRIGHT - Luciano Ghersi, Porchiano dM. 11/2023

la Pantera di Isidoro

[Sipario, Trombetta]

Da li Studi a li Stalletti, del Teatro alle Scale di Porchiano

e da l'enciclopedia, più antica d'Europa,

trasmettiamo allegramente:

[Sipario via, Scenda dondola]

La Pantera di Isidoro

[Numeri]

1

La Pantera è molto amica ed affettuosa, con tutte l'altre belve, excepto dracone: eccetto il Drago, che nessuna, lo sopporta.

Il Nome di Pantera, per i Greci, fu maschile: pant-èros, che sarebbe "tutto amore"... e pure da pan tHèrion, che sarebbe "di tutte le belve"... ed ancora, da pan tèreo, che sarebbe "tutto conservo".

Essa infatti, quando caccia, conserva tutta quanta la sua preda, per consumarla insieme, con tutte le altre belve (eccetto il Drago, che nessuna lo sopporta). Così le invita a pranzo, con dei ruggiti convenzionali (ma ignoti a tutti i draghi): ra ràaa, ra ràaa, ra ràaa.

2

La Pantera è una gran belva, che non si mimetizza con la selva: per la sua pelliccia gialla, che ha come dipinta con minuscoli cerchi: minùtis orbìculis super-picta.

Quei cerchietti ne spiccano sgargianti, vivaci come occhi... e quei barbari dei Galli (ignoranti anche di Greco) la chiamarono ossellò, come a dirle... "occhielluta".

Per quegli occhi bianchi o neri, si distinguono le due varietà di Pantera: Bianca o Nera (rammentandosi che il manto, si mantiene sempre giallo).

3

Bianca con Nera, non si accoppiano tra loro quasi mai, pur riunendosi in quei pranzi (ed in più socialità, di quelle tanto, affabili belve).

Di conseguenza, s'incontrerà di rado, la Pantera Grigia... solo d'occhi, si rammenti! poi-che il manto, si mantiene sempre giallo.

Invece, la mostruosa Pantera Rosa, non è altro che idolo Pagano, quod falsum est.

4

La Pantera partorisce molti panterotti insieme... ma per una volta sola, in tutta la sua vita. La ragione di ciò è manifesta, cùius càuse raZio / mani-festa est.

Infatti tutti quanti, i panterotti in utero, quando sian pronti a nascere, ne odiano l'attesa, òdiUnt tèmporum moras... e coi loro artigli aguzzi, raschiano tutto, l'utero da dentro!

Per-ciò la madre precipita il parto: per quell'insopportabile dolore... e così, l'innocente Pantera, patirebbe ingiustamente, la pena di Eva: in dolore pàries fìlios, secondo Genesi, Terzo e Diciassesto.

5

Partorisce con dolore (secondo il Vecchio Plinio) non soltanto la Donna o la Pantera, perché qualsiasi bestia fornita di artigli, riprodurrebbe dei feti artigliuti... e per la Ragione poi, di Analogia tra artiglio e becco: similmente, i nascituri degli Uccelli, si rompono col becco, il guscio dell'Ovo.

In seguito al tremendo raschiamento, tutto l'utero pan-tèrico, si ricopre di callose cicatrici. Così l'utero è privato del suo muco naturale, né vi aderisce più, seme di maschio... che sempre fuori-esce inutilmente, semen inrìtum rèsilit.

6

Del resto la Pantera, se la cava molto meglio che la Vipera: perché dal violento parto, la nostra sopravvive... e continua ad accoppiarsi. Mentre invece, la povera Vipera (e il suo Vìpero, dapprima)... ma per questi Vi rimando al mio Video / De Serpèntibus //A-a-a-a-a-men!

[Sipario]

Prossimamente, su questo stesso palco, qualche nuova meraviglia, dal fantastico bestiario...

[Libri]

di Isidoro di Siviglia!

[Libri via]

E se questa Vi è piaciuta, diffondetela! Grazie.