Forse il pezzo più giulivo e terrestre di Iacopone, composto certamente nello stato francescano di "perfetta letizia".
Questo lietissimo “vanto giullaresco” fa come un controcanto all’atroce “Malsanìa” (Lauda 81).
Qui ri-canticchiato alla buona (et idem registrato). Puoi leggerne online, la ottima traduzione di Paolo Canettieri: "https://paolocanettieri.wordpress.com/article/iacopone-da-todi-vyvpjuoxc2n0-17/".
Idem su carta, entro preziosa antologia di Iacopone (con traduzioni e note, a sempre a cura di P.C.) in "La poesia religiosa del Duecento", Rizzoli, Milano 2001.
Ulteriore traduzione in: "IdT, Laude" a cura di Luigi Maria Reale, EFFE, S. Sisto di PG 2006.
Infine, il nostro indispensabile libello, riccamente illustrato su: www.academia.edu/33919422
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